
La coppola, simbolo di una tradizione
Dentro la “coppola”, hai mai pensato…
C’è stata la testa di Pirandello
E di Verga e di Sciascia il cervello?
Ma la portavano anche Gaetano,
Calogero e Nino, dei contadini,
che mi insegnaron, quand’ero bambino,
le semplici cose che manno arricchito:
“Sai perché, Lorenzino, il gelsomino,
un cosí piccolo e candido fiore
fa ineguagliabile, immenso odore?”
“Perché é un sospiro del Creatore!”
(Renzino Barbera)
E' possibile leggere interamente la poesia quì
In Italia la tradizione della coppola si attesta verso la fine del 1800, quando, secondo alcune fonti, l’arrivo di alcune famiglie inglesi cominciò a caratterizzare il vestiario dei siciliani. La Sicilia assorbì presto i loro costumi e i loro capi d'abbigliamento, fra i quali appunto il cosiddetto berretto piatto, che fu adottato dai siciliani (in particolare dai contadini per ripararsi dal sole) come parte del proprio vestiario.
Nel giro di pochi anni i siciliani si appropriarono di questo copricapo denominato prima cobbola e poi coppola, trasformandolo in un simbolo di tradizione e cultura. Ancora oggi rimane uno degli accessori più amati e indossati.
L'evoluzione della coppola negli anni
Come viene vista oggi?
Oggi la coppola sta pian piano trasformandosi positivamente nell'ottica comune, allontanandosi sempre più dal modello mafioso, per salire sulle passerelle di famosi stilisti che anziché screditarne l'evoluzione, ne valorizzano il lato fashion.
La rivisitazione in chiave moderna della coppola, parte dalla scelta di tessuti come lana, velluto, cotone, lino e dalla sovrapposizione di colori e fantasie ( come nel caso del patchwork), ma continua con il modo stesso di intendere il copricapo: un accessorio di moda.
Cobbola: «Cappa di coppi in cotto è cupolina, cappio di coppe in coppia è carabina: copure di cocchiumi e campanelli, cooptano cocolle in capannelli: chi compiega cocuzze con cocuzzoli, compatta cocci e croci e capperuzzoli»
(Edoardo Sanguineti).
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